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Diabete e reni

di Autore Aspnat on 24/09/2024 Nessun commento

Il danno renale nel paziente con diabete di tipo 2 è una complicanza comune e potenzialmente grave, nota come nefropatia diabetica. Questo tipo di danno renale si sviluppa gradualmente e, se non trattato, può portare a insufficienza renale cronica (IRC) e alla necessità di trattamento sostituivo, quale la dialisi o il trapianto di rene.

Meccanismo del danno renale nel diabete di tipo 2

La nefropatia diabetica è causata principalmente da livelli elevati e persistenti di glicemia, che danneggiano progressivamente i vasi sanguigni dei reni, in particolare i glomeruli, le strutture che filtrano il sangue.

I meccanismi principali sono:

  1. Iperglicemia cronica: provoca una serie di processi infiammatori e ossidativi che danneggiano i capillari renali.
  2. Ipertensione: frequente nei diabetici e contribuisce al peggioramento del danno renale.
  3. Sovraccarico renale: l’eccesso di glucosio nei reni sovraccarica il sistema di filtraggio, causando iperfiltrazione glomerulare. Con il tempo, i glomeruli si danneggiano, riducendo progressivamente la capacità di filtrare efficacemente il sangue.
  4. Proteinuria: il danno ai glomeruli permette alle proteine, soprattutto l’albumina, di passare nelle urine. Questo è uno dei segni clinici di nefropatia diabetica.

Stadi della nefropatia diabetica

La nefropatia diabetica può essere suddivisa in cinque stadi:

  1. Iperfiltrazione: iniziale aumento della velocità di filtrazione glomerulare (VFG).
  2. Microalbuminuria: comparsa di piccole quantità di albumina nelle urine (30-300 mg/24h).
  3. Macroalbuminuria: perdita più significativa di proteine (>300 mg/24h).
  4. Diminuzione della funzione renale: riduzione della VFG con aumento della creatinina sierica e ridotta clearance della creatinina.
  5. Insufficienza renale terminale: la funzione renale si riduce drasticamente, richiedendo dialisi o trapianto.

Fattori di rischio

  • Iperglicemia cronica: mantenere il controllo glicemico è fondamentale.
  • Ipertensione: l’ipertensione non controllata accelera il danno renale.
  • Fumo: peggiora l’ossigenazione dei tessuti e il danno vascolare.
  • Dislipidemia: livelli elevati di colesterolo e trigliceridi contribuiscono al danno vascolare.
  • Durata del diabete: maggiore è il tempo trascorso con il diabete, maggiore è il rischio di sviluppare nefropatia.
    Un diabete non controllato può portare a diverse complicanze, quali: retinopatia diabetica, ictus, arteriopatia periferica, piede diabetico, cardiopatia coronarica, insufficienza renale cronica.

Diagnosi

  1. Esame delle urine: per rilevare la presenza di albumina (albuminuria o proteinuria).
  2. Esami del sangue: per monitorare la funzione renale (creatinina, VFG).
  3. Esami di imaging: ecografie renali per valutare dimensione e struttura dei reni.

Prevenzione e gestione

  • Controllo glicemico: mantenere i livelli di glicemia il più vicino possibile alla norma con farmaci adatti.
  • Controllo della pressione arteriosa
  • Dieta bilanciata: ridurre l’assunzione di sale e proteine per non sovraccaricare i reni.
  • Smettere di fumare: il fumo aggrava la progressione del danno renale.

Trattamenti recenti

Negli ultimi anni, i farmaci come gli inibitori del SGLT2 (ad es. dapagliflozin, empagliflozin) hanno mostrato benefici non solo nel controllo della glicemia ma anche nel rallentare la progressione della malattia renale diabetica. Questi farmaci, riducendo la glicemia attraverso l’inibizione del riassorbimento del glucosio nei reni, aiutano a proteggere la funzione renale.

Conclusioni

Il danno renale nei pazienti con diabete tipo 2 può essere prevenuto e gestito attraverso un controllo rigoroso della glicemia e della pressione arteriosa, cambiamenti dello stile di vita e, quando necessario, l’uso di terapie farmacologiche appropriate. Un monitoraggio regolare della funzione renale è essenziale per identificare precocemente il danno e prevenire la progressione verso l’insufficienza renale.

photo credits: https://www.sbmedical.it

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Autore AspnatDiabete e reni

XXXII GIORNATA MONDIALE DEL MALATO

di Autore Aspnat on 11/02/2024 Nessun commento

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO

11 febbraio 2024

«Non è bene che l’uomo sia solo».
Curare il malato curando le relazioni

«Non è bene che l’uomo sia solo» (Gen 2,18). Fin dal principio, Dio, che è amore, ha creato l’essere umano per la comunione, inscrivendo nel suo essere la dimensione delle relazioni. Così, la nostra vita, plasmata a immagine della Trinità, è chiamata a realizzare pienamente sé stessa nel dinamismo delle relazioni, dell’amicizia e dell’amore vicendevole. Siamo creati per stare insieme, non da soli. E proprio perché questo progetto di comunione è inscritto così a fondo nel cuore umano, l’esperienza dell’abbandono e della solitudine ci spaventa e ci risulta dolorosa e perfino disumana. Lo diventa ancora di più nel tempo della fragilità, dell’incertezza e dell’insicurezza, spesso causate dal sopraggiungere di una qualsiasi malattia seria.

Penso ad esempio a quanti sono stati terribilmente soli, durante la pandemia da Covid-19: pazienti che non potevano ricevere visite, ma anche infermieri, medici e personale di supporto, tutti sovraccarichi di lavoro e chiusi nei reparti di isolamento. E naturalmente non dimentichiamo quanti hanno dovuto affrontare l’ora della morte da soli, assistiti dal personale sanitario ma lontani dalle proprie famiglie.

Allo stesso tempo, partecipo con dolore alla condizione di sofferenza e di solitudine di quanti, a causa della guerra e delle sue tragiche conseguenze, si trovano senza sostegno e senza assistenza: la guerra è la più terribile delle malattie sociali e le persone più fragili ne pagano il prezzo più alto.

Occorre tuttavia sottolineare che, anche nei Paesi che godono della pace e di maggiori risorse, il tempo dell’anzianità e della malattia è spesso vissuto nella solitudine e, talvolta, addirittura nell’abbandono. Questa triste realtà è soprattutto conseguenza della cultura dell’individualismo, che esalta il rendimento a tutti i costi e coltiva il mito dell’efficienza, diventando indifferente e perfino spietata quando le persone non hanno più le forze necessarie per stare al passo. Diventa allora cultura dello scarto, in cui «le persone non sono più sentite come un valore primario da rispettare e tutelare, specie se povere o disabili, se “non servono ancora” – come i nascituri –, o “non servono più” – come gli anziani» (Enc. Fratelli tutti, 18). Questa logica pervade purtroppo anche certe scelte politiche, che non riescono a mettere al centro la dignità della persona umana e dei suoi bisogni, e non sempre favoriscono strategie e risorse necessarie per garantire ad ogni essere umano il diritto fondamentale alla salute e l’accesso alle cure. Allo stesso tempo, l’abbandono dei fragili e la loro solitudine sono favoriti anche dalla riduzione delle cure alle sole prestazioni sanitarie, senza che esse siano saggiamente accompagnate da una “alleanza terapeutica” tra medico, paziente e familiare.

Ci fa bene riascoltare quella parola biblica: non è bene che l’uomo sia solo! Dio la pronuncia agli inizi della creazione e così ci svela il senso profondo del suo progetto per l’umanità ma, al tempo stesso, la ferita mortale del peccato, che si introduce generando sospetti, fratture, divisioni e, perciò, isolamento. Esso colpisce la persona in tutte le sue relazioni: con Dio, con sé stessa, con l’altro, col creato. Tale isolamento ci fa perdere il significato dell’esistenza, ci toglie la gioia dell’amore e ci fa sperimentare un oppressivo senso di solitudine in tutti i passaggi cruciali della vita.

Fratelli e sorelle, la prima cura di cui abbiamo bisogno nella malattia è la vicinanza piena di compassione e di tenerezza. Per questo, prendersi cura del malato significa anzitutto prendersi cura delle sue relazioni, di tutte le sue relazioni: con Dio, con gli altri – familiari, amici, operatori sanitari –, col creato, con sé stesso. È possibile? Si, è possibile e noi tutti siamo chiamati a impegnarci perché ciò accada. Guardiamo all’icona del Buon Samaritano (cfr Lc 10,25-37), alla sua capacità di rallentare il passo e di farsi prossimo, alla tenerezza con cui lenisce le ferite del fratello che soffre.

Ricordiamo questa verità centrale della nostra vita: siamo venuti al mondo perché qualcuno ci ha accolti, siamo fatti per l’amore, siamo chiamati alla comunione e alla fraternità. Questa dimensione del nostro essere ci sostiene soprattutto nel tempo della malattia e della fragilità, ed è la prima terapia che tutti insieme dobbiamo adottare per guarire le malattie della società in cui viviamo.

A voi, che state vivendo la malattia, passeggera o cronica, vorrei dire: non abbiate vergogna del vostro desiderio di vicinanza e di tenerezza! Non nascondetelo e non pensate mai di essere un peso per gli altri. La condizione dei malati invita tutti a frenare i ritmi esasperati in cui siamo immersi e a ritrovare noi stessi.

In questo cambiamento d’epoca che viviamo, specialmente noi cristiani siamo chiamati ad adottare lo sguardo compassionevole di Gesù. Prendiamoci cura di chi soffre ed è solo, magari emarginato e scartato. Con l’amore vicendevole, che Cristo Signore ci dona nella preghiera, specialmente nell’Eucaristia, curiamo le ferite della solitudine e dell’isolamento. E così cooperiamo a contrastare la cultura dell’individualismo, dell’indifferenza, dello scarto e a far crescere la cultura della tenerezza e della compassione.

Gli ammalati, i fragili, i poveri sono nel cuore della Chiesa e devono essere anche al centro delle nostre attenzioni umane e premure pastorali. Non dimentichiamolo! E affidiamoci a Maria Santissima, Salute degli infermi, perché interceda per noi e ci aiuti ad essere artigiani di vicinanza e di relazioni fraterne.

Roma, San Giovanni in Laterano, 10 gennaio 2024

FRANCESCO


Copyright © Dicastero per la Comunicazione – Libreria Editrice Vaticana

credits foto:https://ita.animalia-life.club/comunicazione-medico-paziente

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Autore AspnatXXXII GIORNATA MONDIALE DEL MALATO

Importanza della prevenzione delle nefropatie da mezzo di contrasto

di Autore Aspnat on 02/09/2023 Nessun commento

Spesso si rendono necessari accertamenti diagnostici più approfonditi, che possono avere effetti collaterali. Le nefropatie da mezzo di contrasto, sono delle complicanze renali che possono verificarsi dopo l’utilizzo di agenti di contrasto a base di iodio utilizzati in alcune procedure radiologiche, ad esempio la TAC o l’angiografia, per migliorare la visibilità delle strutture interne degli organi esaminati.

L’importanza della prevenzione delle nefropatie da mezzo di contrasto è fondamentale perché queste condizioni possono portare a danni renali significativi e, in alcuni casi, persino all’insufficienza renale acuta. Alcuni fattori di rischio che possono contribuire allo sviluppo di nefropatie da mezzo di contrasto includono:

  1. Insufficienza renale preesistente
  2. Diabete
  3. Età avanzata
  4. Utilizzo di farmaci nefrotossici
  5. Disidratazione

Per prevenire le nefropatie da mezzo di contrasto è importante, quindi, valutare i fattori di rischio, mantenere un adeguato stato di idratazione, esaminare la possibilità di sospendere temporaneamente farmaci nefrotossici prima della procedura. Dopo la somministrazione del mezzo di contrasto, monitorare attentamente la funzione renale del paziente, specialmente nei casi a rischio elevato.

Nei pazienti ospedalizzati la nefropatia da contrasto è considerata la terza causa di insufficienza renale, il monitoraggio risulta facilitato dal ricovero in ambiente ospedaliero. Tuttavia, alcune procedure possono essere eseguite anche in regime ambulatoriale, per cui, in presenza di fattori di rischio bisogna tutelare la salute del paziente anche a domicilio con un attento monitoraggio.

Sull’argomento è stato pubblicato per gli operatori sanitari un documento intersocietario con le raccomandazione della Società Italiana di Nefrologia SIN , Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica SIRM , Associazione Italiana di Oncologia Medica AIOM

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Autore AspnatImportanza della prevenzione delle nefropatie da mezzo di contrasto

Ondate di calore: un rischio per la salute

di Autore Aspnat on 28/06/2022 Nessun commento

Le condizioni climatiche caratterizzate da temperature molto elevate per più giorni consecutivi, frequentemente associate a tassi elevati di umidità, forte irraggiamento solare e assenza di ventilazione. possono rappresentare un rischio per la salute. Nei prossimi 30 anni le ondate di calore potranno diventare la causa ambientale principale di morti premature nelle regioni meridionali della UE.

Il caldo eccessivo altera il sistema di regolazione della temperatura corporea. L’esposizione prolungata a temperature elevate può determinare disturbi leggeri, quali crampi, svenimenti, edemi, o di maggiore gravità, tipo congestione, colpo di calore, disidratazione. Condizioni di caldo estreme, fino alle ondate di calore, possono provocare un aggravamento delle condizioni di salute di persone con patologie croniche preesistenti.

E’ necessario aumentare l’assunzione di liquidi, sia bevendo più acqua, sia mangiando frutta e verdura. Infatti, la disidratazione, oltre a sintomi quali mal di testa, vertigini, crampi, secchezza delle mucose, edemi, determina una riduzione della quantità delle urine favorendo infezioni (cistiti) e formazione di calcoli. La disidratazione e la vasodilatazione dovute al caldo possono rendere necessario un adeguamento della terapia antipertensiva., che dovrà essere corretta dal medico. Non fate autoprescrizione!

Come difendersi dal caldo

  1. Non uscire nelle ore più calde: (tra le 11.00 e le 18.00).
  2. Migliorare l’ambiente di casa e di lavoro, schermando le finestre con tende oscuranti regolabili che blocchino il passaggio della luce, ma lascino circolare l’aria. Utilizzare con moderazione l’aria condizionata, mantenendo la temperatura tra 25-27°C. Quando la temperatura interna supera i 32°C, l’uso del ventilatore non è consigliato perché non è efficace per combattere gli effetti del caldo.
  3. Bere molti liquidi: Bere molta acqua e mangiare frutta fresca è una misura essenziale per contrastare gli effetti del caldo., se non controindicato da particolari patologia (ad esempio scompenso cardiaco, epilessia, etc)
  4. Evitare bevande alcoliche
  5. Consumare pasti leggeri:
  6. Vestire comodi e leggeri, con indumenti di cotone, lino o fibre naturali. Proteggere la testa con cappelli leggeri e chiari. Proteggere gli occhi di adulti e bambini con occhiali da sole con filtri UV.
  7. Ventilare l’abitacolo dell’auto prima di iniziare un viaggio, evitare le ore più calde della giornata, tenere sempre in macchia una scorta d’acqua. Non lasciare mai neonati, bambini o animali in auto, neanche per tempi brevi.
  8. Evitare lesercizio fisico nelle ore più calde della giornata.

Per ulteriori informazioni consultare il sito del Ministero della Salute

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Autore AspnatOndate di calore: un rischio per la salute

Regione Puglia: scadenza il 31 marzo 2022 dell’esenzione per reddito

di Autore Aspnat on 01/04/2022 Nessun commento

Saranno rinnovati automaticamente per gli aventi diritto gli attestati di esenzione per reddito (E01, E02, E03, E04, E94, E95, E96). E’ possibile verificare o autocertificare la propria esenzione accedendo con Spid o con CNS-TS al link della Regione Puglia.

Hanno diritto all’esenzione per reddito:

  • Cittadine e i cittadini di età inferiore a sei anni e superiore a sessantacinque anni, appartenenti ad un nucleo familiare con reddito annuo complessivo non superiore a 36.151,98 euro- E01: esenzione per visite ed esami specialistici.;
  • Persone disoccupate e i familiari a carico appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito annuo complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico – E02: esenzione per visite ed esami specialistici ;
  • Persone titolari di pensioni sociali e loro familiari a carico – E03: esenzione per viste ed esami specialistici e per l’acquisto di farmaci;
  • Persone titolari di pensioni al minimo di età superiore a sessant’anni e loro familiari a carico, appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito annuo complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico –E04: esenzione per viste ed esami specialistici e per l’acquisto di farmaci;
  • Persone appartenenti a nuclei familiari con reddito annuo complessivo fino a 18.000,00 euro, incrementato di 1.000,00 euro per ogni figlio a carico – E94: esenzione totale o parziale per l’acquisto di farmaci;
  • Persone di età superiore a 65 anni, appartenenti ad un nucleo familiare con reddito annuo complessivo non superiore a 36.151,98 euro – E95: esenzione totale o parziale per l’acquisto di farmaci;
  • Persone appartenenti a nuclei familiari con reddito annuo fino a 23.000,00 €, incrementato di 1.000,00 € per ogni figlio a carico – E96: esenzione totale o parziale per l’acquisto di farmaci..
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Giornata Mondiale del Rene 2022: complessità

di Autore Aspnat on 10/03/2022 Nessun commento

I reni sono organi che, come filtri, silenziosamente svolgono quotidianamente molte ed importanti funzioni: depurano il sangue, eliminando scorie, sali e acqua, mantenendo costante la quantità di liquidi presenti nel nostro organismo, producono importanti ormoni, tra cui la eritropoietina, deputata alla produzione dei globuli rossi, e la renina, che interviene nei meccanismi di regolazione della pressione arteriosa, regolano l’assorbimento di calcio, attivando i meccanismi di produzione della vitamina D.

Se la funzione renale viene compromessa, ci possono essere serie ripercussioni anche su altri organi ed apparati. Serve, quindi, una visione sistemica della patologia, per gestirne la complessità. Lo specialista Nefrologo è in grado di valutare sintomi, esami strumentali e di laboratorio, per una diagnosi precoce per rallentare l’evoluzione degli stadi della malattia ed accompagnare il paziente nel suo percorso di cura.

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Giornata Mondiale del Rene 2022: collettività

di Autore Aspnat on 09/03/2022 Nessun commento

La Malattia Renale Cronica (MRC) interessa in genere gli adulti e, riferendoci alla funzione renale residua, viene classificata in 5 stadi di vario livello di gravità: i primi stadi sono molto spesso asintomatici, i successivi, che possono rendersi evidenti anche dopo anni, possono manifestarsi nella forma più grave che comporta la riduzione o perdita completa della funzione renale e la necessità di ricorrere al trattamento sostitutivo (dialisi o trapianto di rene).

La prevalenza di MRC in Italia è stimata del 7,5%, a livello mondiale si stima intorno al 10%, ma nella maggior parte dei casi la patologia non è diagnosticata. I pazienti in uno stadio avanzato di MRC tra 4 e 5 presentano un rischio di mortalità per patologie cardiovascolari di 2-4 volte superiore a quello della popolazione generale, mentre i pazienti con malattia renale all’ultimo stadio hanno un rischio fino a 20 volte superiore.

Perchè abbiamo indicato “collettività” come terza parola chiave? Oltre all’impatto sul paziente nefropatico riguardo alla morbilità, mortalità e scarsa qualità della vita, bisogna evidenziare che la MRC grava sulla collettività con ingenti costi diretti ed indiretti. Riuscire a procrastinare di 5 anni la progressione del danno renale e l’inizio della dialisi per il 10% dei soggetti affetti da MRC nei primi stadi, potrebbe permettere di risparmiare 2,5 miliardi di euro al Servizio Sanitario Nazionale. Inoltre, un ulteriore risparmio viene dal riuscire a far mantenere al paziente l’attività lavorativa e al non dovere fare ricorso ad altre forme di tutela sociale.

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Giornata Mondiale del Rene 2022: conoscenza

di Autore Aspnat on 04/03/2022 Nessun commento

La scarsa alfabetizzazione sanitaria è una delle cause che comporta un riconoscimento tardivo della malattia renale.  L’ incapacità di ottenere, elaborare e capire informazioni sanitarie di base e la disuguaglianza di accesso ai servizi di salute in modo da effettuare scelte consapevoli, in pratica può determinare un diverso grado di acquisire, comprendere e utilizzare informazioni per la propria salute.

Si stima che il 10% della popolazione adulta soffra di una malattia renale, ma non tutti sanno di averla.Entro il 2040 le malattie renali saranno la quinta causa di morte al mondo.

Le malattie renali (Nefropatie) originano o per forme ereditarie o più frequentemente a seguito della comparsa di diabete e/o ipertensione arteriosa.

Soggetti a rischio:

Ipertesi, Diabetici,  Vasculopatici, Neuropatici, Cardiopatici cronici

Fattori di rischio sono: aumento dell’età anagrafica, alimentazione con eccesso di proteine, obesità, sedentarietà, abuso di alcolici e droghe, farmaci analgesici, fumo, a volte a seguito di ricorso all’uso di mezzi di contrasto per effettuare procedure interventistiche.

Sintomi: gonfiore delle palpebre, del viso, delle caviglie, mal di schiena, necessità di alzarsi la notte per urinare, bruciore durante i bisogni, colorazione rossastra delle urine, pressione arteriosa elevata, anemia, è
necessario rivolgersi immediatamente al proprio Medico e consultare, se opportuno, lo specialista
Nefrologo.

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Vivere bene con la malattia renale

di Autore Aspnat on 12/03/2021 Nessun commento

Questo è il titolo del digital talk, organizzato da ASPNAT , che si terrà domenica 14 Marzo 2021 alle ore 17.00, in adesione alla Giornata Mondiale del Rene. Per partecipare al nostro salotto virtuale è necessario registrarsi gratuitamente su :

https://www.eventbrite.it/e/biglietti-vivere-bene-con-la-malattia-renale-144869968977?aff=ebdssbonlinesearch

Un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle nefropatie, patologie in continuo aumento che possono condurre, nelle forme più avanzate alla dialisi o al trapianto. In Italia, 1 persona su 10 soffre di problemi ai reni. Fattori predisponenti sono il diabete, l’ipertensione e l’obesità. L’ostacolo maggiore alla cura efficace della malattia renale è costituito dalla diagnosi tardiva. Infatti, essa si presenta in maniera enigmatica, avanzando ed insinuandosi silenziosamente, manifestandosi quando il funzionamento dei reni può risultare ormai compromesso.

La prevenzione e la diagnosi precoce devono essere gli strumenti principali per contrastare le nefropatie. Sana alimentazione di tipo mediterraneo, no alla sedentarietà, moderazione nell’uso del sale, dello zucchero, delle bevande gassate, degli alcolici, eliminazione del fumo sono le regole di base per non danneggiare il nostro capitale SALUTE. Per la diagnosi precoce di malattia renale è sufficiente fare un esame delle urine, il dosaggio della creatininemia ( l’equivalente della determinazione della glicemia nei diabetici!), misurazione della pressione arteriosa. Pochi semplici controlli, indispensabili per valutare la funzionalità dei reni.

Nel nostro digital talk parleremo di salute e di cosa significa vivere bene, grazie alla partecipazione di esperti e alla testimonianza di pazienti.

Il programma in dettaglio:

 ORE 17.00

Saluti istituzionali:

Dott. Corradino Niro: Presidente dell’Associazione per lo Studio e la Prevenzione delle Nefropatie- Alto Tavoliere (ASPNAT Onlus)

Prof. Loreto Gesualdo: Presidente Fondazione Italiana del Rene

Intervengono:

Il significato di “Vivere bene” Prof. Giuseppe Gembillo: Professore di Filosofia – Università di Messina

Vivere bene con la malattia renale –  Prof. Giuseppe Castellano: Professore di Nefrologia- Università di Foggia

Consigli pratici

Arte e Salute:

  • Il punto di vista di Davide Grittani ( Scrittore, Autore del libro “La Rampicante”)
  • Il punto di vista di Lucio Toma: (Docente di Lettere, Autore del libro “La strada di Damocle”)

L’attività fisica per vivere bene. Prof. Attilio Pasquale (Docente di Educazione Fisica)

Alleanza Nefrologo – Paziente  Dott. Deni Aldo Procaccini: Coordinatore Comitato Tecnico-Scientifico ASPNAT Onlus

Domande dei partecipanti

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Autore AspnatVivere bene con la malattia renale