Nell’anno dell’EXPO dedicato all’alimentazione, ASPNAT Onlus (Associazione per lo Studio e la Prevenzione delle Nefropatie-Alto Tavoliere) ha voluto dare degli spunti di riflessione sul tema con una campagna di sensibilizzazione sul valore etico e sociale del cibo. La medicalizzazione dell’alimentazione quotidiana, con la crescente tendenza ad esprimere i valori nutrizionali in calorie, sta riducendo il valore simbolico del cibo, per cui i pasti si semplificano, si mangia fuori pasto e, soprattutto, da soli e nei luoghi più diversi, senza seguire uno specifico insieme di norme rituali. ASPNAT ha voluto evidenziare che l’alimentazione umana non è solo un fatto biologico. Ogni cibo è radicato nella storia della comunità di appartenenza e ne identifica la diversità. Ogni pietanza è, simbolicamente, uno strumento di mediazione tra noi e la realtà che ci circonda. Rispetto al nostro presente, il mondo delle tradizioni si rivela una territorio privilegiato in grado di recuperare il valore profondo che governa la consumazione del cibo.
Con questo obiettivo l’11 dicembre 2015 presso il Teatro Comunale “Giuseppe Verdi” di San Severo è andato in scena “Napoli e Capitanata: a tavola con Eduardo”, uno spettacolo che ha avuto lo scopo di sottolineare che il cibo non è solo sopravvivenza, non è solo salute, ma è anche condivisione, convivialità, benessere.
Dopo l’introduzione del Presidente dell’ASPNAT Onlus, dott. Corradino Niro, la serata si è svolta con un talk- show tra il Prof. Luigi Altobella, membro della Consulta dell’Accademia Italiana della Cucina e Rosaria Rossetti, Segretario dell’Associazione, che hanno messo in evidenza nella loro conversazione i legami più autentici e culturali tra Napoli e la Capitanata, facendo riferimento con riferimenti storici e letterari alle tradizioni culinarie comuni, quali la “minestra maritata”, ogni volta unica, come un ‘opera d’arte, in quanto preparata con il risultato della “cerca pezzente” o la preparazione della salsa che accomuna tutta la famiglia in un rito faticoso, ma gioioso.
Eduardo De Filippo è stato il padrone di casa della serata. Egli usava la cucina a teatro come ambiente simbolico, in cui tutto accadeva: nelle sue opere ci sono intere scene di pranzi o spiegazioni di ricette, faceva addirittura cucinare in scena, affinchè il pubblico potesse sentire il profumo del ragù o del caffè, provocando così autentiche suggestioni: poesie tratte dalla raccolta “Si cucine cumme vogli’i’…. sono state proposte con l’accostamento e il riferimento continuo alle radici, dagli attori Francesca Romana Bergamo e Luigi Credendino, che si sono esibiti nel reading di una miscellanea di commedie, tra le quali “Sabato, Domenica e Lunedì”, rendendo omaggio tra l’altro al ragù napoletano con la celebre poesia ‘O ‘rrau.
Ilfoltissimo pubblico è stato letteralmente rapito dai momenti musicali. Serenatella a mare, Torna Maggio, Napoli che se ne va, O sole mio, Marechiaro, Rumba degli scugnizzi, Torna a Surriento, Me voglio fa’ na casa, Quanno nascette ninno, sono solo alcune delle melodie tradizionali napoletane che hanno creato l’atmosfera della serata, nella magistrale esecuzione di Angelo Malgieri al pianoforte, Daniele Miatto al violoncello, Roberta Procaccini all’arpa e Veronica Granatiero, voce solista, tutti del Conservatorio “Umberto Giordano” di Foggia.
Le conclusioni, affidate al dott. Deni Aldo Procaccini, vice Presidente dell’ASPNAT Onlus, hanno rimarcato lo scopo della serata che ha voluto associare all’ emozione che scaturisce dalle forme artistiche, elicitata nella sensibilità più profonda, la considerazione del valore intrinseco del cibo.
Il cibo non è solo tradizione, ma è anche opportunità per un rapporto tra generazioni, il cibo è gusto e, quindi, conoscenza e cultura. Ripensare il rapporto con il cibo secondo queste nuove chiavi di lettura, diventa una sfida contro quell’impoverimento culturale che la perdita di tradizioni e identità rischia di portare con sé.
Un invito, quindi, non solo a tenere d’occhio le calorie, ma anche a vivere in maniera condivisa con familiari ed amici il cibo come un evento sociale, capace di creare circuiti virtuosi come la gioia,la gratitudine, la pace, per una migliore qualità di vita.