Metodi della ricerca clinica in nefrologia

I pazienti nefropatici presentano frequentemente ampie calcificazioni. Un approccio multidisciplinare può essere utile per una corretta diagnosi e per fornire il trattamento terapeutico più efficace.

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Sufficienti evidenze dimostrano che una appropriata attività fisica, già negli stadi iniziali della malattia renale cronica, contribuisce alla riduzione della morbilità e mortalità per cause cardiovascolari.

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Tale approccio si rivela particolarmente efficace per la gestione del paziente nefropatico in tutte le fasi di progressione della malattia.

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In caso di malattie croniche, la Qualità di Vita, oltre alla mortalità, è uno degli outcomes da considerare.Una caratteristica peculiare di questa metodologia è costituita dal fatto che essa studia l’efficacia reale degli interventi sanitari.

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Il controllo di qualità delle informazioni sanitarie prodotte e la formazione del personale sanitario per la raccolta dei dati epidemiologici, sono elementi indispensabili per fornire supporto alla organizzazione dei flussi informativi sanitari, necessari per una buona programmazione sanitaria.

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L’utilizzo di strumenti di valutazione,come il questionario SF-36, può consentire una misurazione oggettiva della Qualità di Vita, sia nella popolazione generale, sia nella popolazione nefropatica.

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Il nefropatico è spesso inappetente e presenta sintomi come nausea e vomito che limitano l’assunzione calorica. Circa il 48% dei soggetti in pre-dialisi e il 59% di quelli in dialisi è malnutrito. E’ opportuna, pertanto, una valutazione periodica dello stato nutrizionale nel paziente nefropatico. Il corso ha affrontato gli aspetti dietetici ed ha evidenziato i vari metodi di valutazione.

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La pianificazione della sperimentazione clinica prevede fasi ben determinate, quali ipotesi sperimentale, osservazione, misurazione, classificazione dei dati ed interpretazione dei risultati che devono rispondere a criteri di rilevanza scientifica, fattibilità etica e correttezza metodologica.

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