Il 22 Giugno u.s. un folto pubblico, interessato ed attento, ha partecipato presso il MAT di San Severo al Convegno “Complessità e dintorni”, voluto dall’ Associazione per lo Studio e Prevenzione delle Nefropatie- Alto Tavoliere (ASPNAT Onlus) e dal Centro Studi Apulia (CSA). I saluti istituzionali del Comune di San Severo sono stati rivolti dal Consigliere Antonio Stornelli, che ha poi seguito con grande interesse i lavori e dalla Direttrice del Museo dell’Alto Tavoliere, Elena Antonacci.
Il Vice-Presidente dell’ASPNAT Onlus, Deni Aldo Procaccini, ha spiegato per quale motivo due Associazioni con finalità diverse hanno trovato un trait d’union sulla tematica della complessità. La salute è un bene non solo dell’individuo, ma anche della comunità. Non è sufficiente che il singolo attui uno stile di vita corretto, seguendo sana alimentazione, svolgendo attività fisica, limitando uso di alcool, non fumando: è necessario che l’ambiente in cui vive sia salutogenico. La salute viene intesa, quindi, come un continuum, per cui è necessario focalizzare l’attenzione su cosa ‘causa’ la salute (salutogenesi) e non solo su quali sono le cause della malattia (patogenesi). Il ben-essere, individuale e collettivo, è il frutto dell’equilibrio tra i vari Determinanti della salute: comportamenti personali e stili di vita, fattori genetici; fattori sociali che possono rivelarsi un vantaggio o uno svantaggio; condizioni di vita e di lavoro; accesso ai servizi sanitari; condizioni generali socio-economiche, culturali e ambientali. È, quindi, nell’ottica del Welfare che trova motivo di essere la collaborazione con il Centro Studi Apulia, che si pone la finalità di promuovere la tutela e la difesa del territorio della Puglia e l’approfondimento di temi sociali, culturali, politici ed economici nel confronto con le Istituzioni. Parlare di complessità significa prendere in considerazione tutti gli aspetti che possono influenzare lo stato di salute del singolo e della comunità.
Giuseppe Gembillo, Professore Ordinario di Filosofia presso l’Università degli Studi di Messina e Direttore del Centro Studi della Complessità “Edgar Morin”, con un brillante excursus sulle teorie dei più importanti filosofi dall’antichità ai giorni nostri, ha illustrato l’evoluzione del pensiero fino ad arrivare al riduzionismo che ritiene un sistema complesso il risultato di una semplice somma delle sue parti, per cui si può gestire il sistema “riducendone” la considerazione a quella dei singoli costituenti. Un antiriduzionista come Werner Heisenberg, al contrario, ritiene che il tutto sia maggiore della somma delle parti, per cui vi sono proprietà “olistiche” che non possono essere descritte in termini dei puri elementi costituenti. L’oggetto osservato non può essere considerato a prescindere dall’osservatore e dal contesto. È così che si arriva alla teoria della complessità, che punta sul valore delle relazioni.
Fulvio Forino, Presidente di Rete Dedalo ’97, ideatore e coordinatore del ” Festival della complessità”, una manifestazione a carattere nazionale giunto alla sua ottava edizione, con opportuni esempi ha spiegato come conoscere le relazioni tra gli elementi del contesto, sia indispensabile per capire la realtà e saperla gestire. Questo approccio, detto “sistemico”, al processo decisionale si basa su una visione complessiva ed integrata della realtà. Di ciò devono tenere conto, innanzitutto, le Istituzioni che devono programmare ed interagire per il bene comune. Puntuale ed eccellente moderatore è stato il prof. Giancarlo Lamedica, Dirigente Scolastico dell’ISSIS “Fiani-Leccisotti” di Torremaggiore.
L’incontro, quindi, è stato un’ occasione propizia per entrare in un mondo che incuriosisce la mente e può fare bene alla salute di tutti. Più che soddisfatti i Presidenti delle due Associazioni: Corrado Niro dell’ASPNAT Onlus ed Emilio Gaeta del CSA.
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